lunedì 30 marzo 2015

LETTERA DI GINO AD ELENA MARIA BENIZZI




Reggio Emilia, 13 gennaio 1948

Carissima Elena,
                            accludo la presente alla lettera di Carla che ho avuto l’incarico di impostare, per comunicarti le ultime notizie:
1 – da Maria mi è stata recapitata l’offerta per l’acquisto dei pioppi della Ca’ Bianca. L’ammontare complessivo che la Ditta di Poviglio sarebbe disposta a pagare sarebbe di lire 62.000. In conformità alle tue istruzioni, non ho neppure risposto all’offerta e condivido il tuo parere di attendere la primavera prossima per trattare a migliori condizioni l’affare.
2 – Il Quagliaroli non l’ho più visto. Ho saputo da Carla che egli è venuto da te poche ore prima della tua partenza da Reggio ed immagino quindi che avrà potuto fornirti le dovute assicurazioni in merito alla registrazione del contratto ed al resto. Questa mattino ho visto l’ing. Ferrerai ed avendo da lui saputo come il Quagliaroli non si sia ancora fatto vivo con lui, l’ho incaricato di inviargli un perentorio invito di presentarsi nel suo Studio per firmare lo stato di consegna del podere e una perentoria dichiarazione del debito di 200.000 lire nei tuoi confronti.
3 – Mercoledì è stato lavorato la metà del maiale a te destinata.. Tutto regolare. Emilio effettuerà in settimana la spedizione di quanto da te disposto.
4 – Ieri abbiamo acquistato 4 maialini del peso complessivo di 160 Kg. Per il prezzo complessivo di lire 85.000. La metà circa di quello speso lo scorso anno, con la differenza che data l’età dei soggetti, la stagione, ed il resto si deve prevedere di allevare maiali che raggiungeranno il peso, al momento della mattazione, di almeno 2 quintali, il luogo dei 130 Kg. Ottenuti in media quest’anno.
Addio cara Elena. Scusa la fretta, ma scrivo da Reggio, indirizzando a Milano, ove non so se vi troverete ancora.
Tante care cose a maso anche a nome di Elisa e tanti saluti ai Caruti se sari in grado di comunicarli loro.
Da me un affettuoso bacione.

                                                       Gino

LETTERA DI ELISA E CAROLINA AD ELENA MARIA BENIZZI




Reggio, 30 gennaio 1948

Carissima Elena,
                            soltanto ora, nella pace e nell’ozio di Reggio, trovo il tempo di ringraziarti della tua carissima lettera ricevuta a Coviolo. Anche noi ricordiamo sempre le belle giornate passate insieme a Coviolo e vorremmo anche nel futuro che ciò si rinnovasse spesso.
Da quindici 



giorni ci troviamo a Reggio ma questi giorni sono piacevolmente volati e posdomani, lunedì ritorneremo a casa. Per fortuna la stagione è meravigliosa e speriamo che questo ultimo mese invernale passi senza troppi sacrifici.
Con i nostri cari parliamo spesso di voi… anche per merito del tuo dolce squisito che ho fatto già tre volte!
Appena sistema a Coviolo ti manderò 



l’inventario del buffet così potrai mandarlo a Giulia.
Gino in questo momento ha ricevuta la tua lettera indirizzata a Coviolo e darà domani la risposta relativa alla vostra casa. Avendo parlato oggi con l’ing. Ferrari. Lo ha sollecitato per la chiusura dei conti con l’ex affittuario becchi, che, contrariamente a quanto da te ritenuto, risulterebbe ancora tuo debitore, dato che il prezzo del latte per la determinazione dei canoni 



di affitto è stato fissato a lire 4.500 al quintale.
Quaglaroli ha comunicato che la legna da ardere è rimasta invenduta non essendosi più presentato alcun acquirente, data la stagione primaverile.
Scusa il mio lungo silenzio e ricordami spesso come ti ricordo io con tanto sincero affetto.
Tutti vi salutiamo affettuosamente. Un caro saluto a maso e a te da Gino.
Ti abbraccio affettuosamente
                                                 Elisa

Dal giorno della tua partenza ti ho sempre ricordata con affetto e simpatia. Il vasetto con ancora due limoni sta nell’angolo a testimoniarmi la tua cortesia.
Carla è tenera e buona, vorrei che i suoi 16 anni fossero più… brillanti! Ma pazienza… verrà Azzate, i fiori, il lago e la vostra premura. Cara Elena ti abbraccio
                                                                                                           Carolina


Cose cordiali a Martino.

LETTERA DI ANGIOLA RIVA COTTALORDA A TOMMASO CARLO BENIZZI



Nobile Tommaso Benizzi caporale 8 Battaglione, 19 Reggimento Artiglieria da campagna, 3° Gruppo, Zona di guerra.
1° agosto 1915.


Domenica. Caro Tomasino, non puoi credere come io ti sono obbligta della buona e cara tua memoria, verso me. In mezzo a dsagi e fatiche tu pensi anche a noi, ma tu sta certo che noi pure ti abbiamo sempre presenye e si prega molto anche per te.


Grazie tua cartolina del 24. Don Giovanni è mancato all'affetto dei suoi cari, senza che nemmeno s'accorgesse. In questi giorni andrò a trovare le mie nipoti a Schianno. Bravo tu che ne sei entusiasta di quella bella e nobile guerra (come tu dici).


Speriamo che si venga ad allargare  i confini di questa nostra bella Italia, e dal modo con cui si combatte tutto fa presagire in bene. Mai come oggi abbiamo potuto ammirare e apprezzare i nostri bravi soldati.
Voglia Iddio esaudirci e vedere presto la fine. Intanto noi non possiamo


far altro, che lavorare per sollevare da tante pene chi con tanto amore, zelo e audacia si spinge verso il fronte. Bravi! Bene!
Ad Azzate nulla. Se sentono gli effetti della guerra e la mestizia è in ogni cuore.
Il vostro bel casone, la vostra bella villa è chiusa. Qualche rosa sboccia e mi parla di voi. Oh quanti pensieri! Ritorneranno i giorni belli ridenti.
Don Vittorio bene. Fu indisposto due mesi ma ora ha ripreso la sua vita normale. Da Como in carrozza Azzate e Crugnola sempre nella sua carrozza. Il mio cavallo è andato in guerra. Provai gran rammarico al vederlo partire.
Ti saluto con caro affetto materno. Sempre la tua donna Angiola Riva Cottalorda.



SECONDA LETTERA DI VALENTINA COTTALORDA A TOMASO CARLO BENIZZI



Azzate, 1° agosto 1915
Caro Masino,
                      ritornando dalla Messa parrocchiale trovo con piacere la tua cartolina, mi spiace nel sentire che già tu scrivesti per le condoglianze del povero zio Giovanni, ma io nulla ebbi. Rispondo a te con quella amicizia che ci lega fin dai nostri primi anni, tenendoti a parte della nostra vita tranquilla.


Da solo una settimana io mi trovo qui perché fui a Torino, per la seconda volta quest'anno, desiderando la zia Luisa un aiuto morale per sollievo nel suo grande trasloco. Abita ancora a Torino ma in un alloggio più moderno e migliore sotto ogni rapporto.
Quante volte ti ho pensato e come ridevo sola! E' una vera commediante e che tutto ottiene colla sua

                     
grazia. Ad Azzate pochissimo mondo variato. Da noi nessuno perché la signora Voltolina sta a Milano non volendo abbandonare suo figlio, i conti Zuccheri pensano meglio portarsi vicino a Torino. La figlia Maria dopo l'influenza non stette mai bene così che la fa una cura!
E noi poi sentiamo tutto questo vuoto colla vostra lontananza specialmente, troppo abituati a condividere l'intera giornata. Zio una istantanea faremo per te con



Vittorio ora è qui e sta bene. Vorrei domandarti  tanto della tua vita  insolita, ma so essere la mia domanda indiscreta... devo tenermi tutta quanta la mia curiosità. Non è così. forse? Scrissi ad Elena ma non ebbi alcuna risposta. Dov'è suo marito? Mentre scrivo resto distratta da un usignolo che canta qui nel boschetto , è una bella mattia ed il nostro laghetto è rallegrato da qualche barca dal cappuccio bianco!
Ti mando il saluto amico della tua aria che tanto vuoi bene, delle montagne! Anche Rok cavallerescamente ti dà il suo zampone! Ti manderemo poi "due grazie". Carissime cose ed auguri d'ogni bene. pensandoti.
Grazie. Viva l'Italia.



domenica 29 marzo 2015

LETTERA DI VALENTINA COTTALORDA A TOMASO CARLO BENIZZI



Caro Masino,
                     farai certo le meraviglie vedendo anche i miei caratteri, ma il pensiero costante per i nostri soldati non mi fa dimenticare certo due parole per l'amico d'infanzia, sulla via d'essere eroe ... leggiamo con vero piacere le tue notizie, noi parliamo speso di voi tutti e di


te in speciale, e ti pensiamo nelle nostre passeggiate in giardino e nei silenzi della sera, ben diverse da quelle gaie dell'anno scorso. E le nostre risate? Torneranno ancora le belle giornate, Azzate sembra vuoto e voi ci mancate tanto. E tu Masino ci conterai le tue imprese guerresche e noi ti saluteremo come un eroe!
Così ti lascio con fervidi auguri e credimi sempre
                                                                            Valentina.


ANGIOLA RIVA SCRIVE A TOMASO CARLO BENIZZI


Al Nobile Tommaso Benizzi, caporale, 8 Batteria, 19 Reggimento Artiglieria da campagna, 3 Gruppo, zona di guerra. 

Domenica.
Caro mio Tommasino,
                                     non puoi credere come io ti sono obbligata della buona e cara tua memoria, verso me. In mezzo a disagi e fatiche tu pensi anche a noi, ma tu sta certo che noi pure ti abbiamo sempre presente e si prega molto anche per te.
Grazie tua cartolina del 24. Don Giovanni è mancato all'affetto dei suoi cari, senza che nessuno s'accorgesse.
In questi giorni andrò a trovare le mie nipoti a Schianno.
Bravo che tu ne sei entusiasta di questa bella e nobile guerra (come tu dici).
Speriamo che si venga ad allargare i confini di questa nostra bella Italia, e dal modo  con cui si combatte tutto fa presagire in bene. Mai come oggi abbiamo potuto ammirare e apprezzare i nostri bravi soldati.
Voglia Iddio esaudirci e vedere presto la fine. Intanto noi non possiamo far altro che lavorare per sollevare da tante pene chi con tanto amore, zelo, audacia si spinge verso il fronte. Bravi! Bene!
Ad Azzate nulla. Si sentono gli effetti della guerra e la mestizia è in ogni cuore.
Il vostro bel casone. La vostra bella villa è chiusa. Qualche rosa sboccia e mi parla di voi. Oh quanti pensieri! Ritorneranno i giorni belli ridenti.
Ti saluto con vero affetto materno.
Sempre la tua
                      donna A. = RC. (donna Angiola Riva Cottalorda?)

Don Vittorio bene. Fu indisposti tre me3si, ma ora ha ripreso la sua vita normale. Da Como in carrozza Azzate e Crugnola sempre colla sua carrozza. Il mio cavallo è andato in guerra. Provai gran rammarico al vederlo partire.


Da solo una settimana io mi trovo qui perché fui a Torino, per la seconda volta quest'anno, desiderando la zia Luisa un aiuto morale per sollievo nel suo grande trasloco. Abita ancora a Torino ma in un alloggio più moderno e migliore sotto ogni rapporto.
Quante volte ti ho pensato e come ridevo sola! E' una vera commediante astuta e che tutto ottiene colla sua grazia. Ad Azzate pochissimo mondo variato. Da noi nessuno perché la Sig. Valtolina sta a Milano abbandonare suo figlio, i Conti Zuccheri pensarono meglio portarsi vicino a Torino. La figlia Maria dopo l'influenza non stette mai bene così che ora fa una cura. E noi poi sentiamo tutto questo vuoto colla vostra lontananza specialmente, troppo abituati a condividere l'intera giornata.
Zio Vittorio ora è qui e sta bene. Vorrei tanto domandarti della tua vita insolita, ma so essere la mia domanda indiscreta ... devo tenermi tutta quanta la mia curiosità. Non è così, forse?
Scrissi ad Elena ma non ebbi alcuna risposta. Dov'è suo marito? Mentre scrivo resto distratta da un usignolo che canta qui nel boschetto, è una bella mattina ed il nostro laghetto è rallegrato da qualche barca dal cappuccio bianco.
Ti mando il saluto amico della tua aria che tanto vuoi bene delle montagne. Anche Rok cavallerescamente ti dà il suo zampone! Ti manderemo una istantanea che faremo parte con noi due Grazie.
Carissime cose ed auguri d'ogni bene. Pensandoti.


Caro Masino,
                      farai certo le meraviglie vedendo anche i miei caratteri, ma il pensiero costante per i nostri soldati non mi fa dimenticare certo due parole per l'amico d'infanzia, sulla via d'essere eroe... Leggiamo con vero piacere le tue notizie, noi parliamo spesso di voi tutti e di te in speciale, e ti pensiamo nelle nostre passeggiate in giardino e nei silenzi della sera, ben diverse da quelle gaie dell'anno scorso.
E le nostre risate? Torneranno ancora le belle giornate, Azzate sembra vuoto e voi ci mancate tanto. E tu Masino ci conterai le tue imprese guerresche e noi ti saluteremo come un eroe!
Così ti lascio con fervidi auguri e credimi sempre
                                                                                   Valentina

APPUNTI DELLA CONTESSA INES BENAGLIO CASTELLANI FANTONI




... (mancano i fogli precedenti).
Foglio n. 3
... neppur da pensarci: Portar l'acqua? Impossibile. Serviva ... per eccezione si sà. Tanto affetto ai padroni un'amicizia più che altro... Per questo si sacrificava, stava in campagna. I contadini che gente orribile nevvero? Fortuna che in casa c'erano dei ricami da fare, dei libri da leggere. Fin da piccola l'era piaciuto a leggere e il suo papà e la sua mamma ch'erano tanto di buona famiglia volevano farla studiare. Poi delle disgrazie ... Mah! ... il destino.
Lui, le ascoltava tutte queste storie. Veniva a portare il pane. Poi si mise a portar la verdura. Poi le ova ... poi il carbone, poi la legna. Prese a considerare malinconicamente la bassezza della sua condizione sociale. In famiglia cominciò a dire che era ben duro il vivere con della gente zotica. Venne fuori con dei termini: taliani. Finalmente palesò la sua fiamma: non fu una mozione fortunata. Tutti protestarono. La madre corse a piangere nel pollaio, le sorelle si misero a strillare. Col fratello si picchiarono sodo in buon dialetto famigliare. Ma l'Abbondio proclamò che, contento o no, sposerebbe la Carolina.
Trionfo dunque per la Carolina. Viva la distinzione ... E la poesia pure. E la



Foglio n. 4
musica dunque? Una sera sono in corte. Lei cantava sottovoce il Vorrei morir di Tosti, un antico: trionfo della sua ex padrona.
Lui tutto infarinato, colle mani in tasca, una pipuzza in bocca, enorme grasso, schiattante, in una giacchetta troppo stretta e troppo vecchia contemplava e ascoltava la sua Dea.
Bisogna essere giusti non cantava poi troppo male. Egli dimenava il capo in cadenza beato coll'aria assonnata d'un cane da pagliaio a cui si grattano lievemente le orecchie. Il giovane era visibilmente attratto nell'orbite della seduzione sentimentale.
Ma se ella ha pescato lui, non ha pescato i suoi, che la chiamano irriverentemente quella vecchia stria e quella stracciona.
Sulle prime facevano un martire anche di quel povero Abbondio, ma adesso hanno mutato tattica. Lo compatiscono e lo chiamano merlo. Davvero? Vuol sposare quella senza denti che potrebbe essere la sua mamma. Padrone, la sposi pure. Ma coi suoi denari. Ora i denari dell'Abbondio sono un mito seducente, ma nulla più. E la Carolina, se si abbassa come dice lei a sposarlo, gli porterà in dote un po' di corredo di biancheria, dei fazzoletti ricamati più una giacchetta ricamata e una sorte de bal che le



Foglio n. 5
ha regalato la sua padrona elegante.
Non ha pretese ... oh Dio ... no . Si sa bene... Ma a letto... quello ci vuole eh?
Ebbene la gran questione è lì. Se la famiglia non da i denari, essi, i due innamorati, non hanno modo di farsi il letto.
Ieri ella mi ha aperto l'animo suo. E' stata franca, si è palesata per un buon onesto ragno che ha fatto diligentemente la sua tela ma che è più ben sicura del suo moscherino. Santo Dio pensa all'avvenire lei, per questo sacrifica i pregiudizi, i sogni. Si abbassa. Il ragazzo? Oh si, è un buon giovane che lavorerà sodo mentre lei per sua disgrazia ha bisogno di tenersi da conto. In casa? Neppure per idea. Giacché si sacrifica, la sua libertà almeno. Se la spunterà bene, se no pazienza, ne prenderà un altro. Già, o lui o un altro se capiterà. E se non niente e creperà ragazza.
Alza le spalle con un gesto che non manca ne di una certa grazia ne di una certa filosofia: Dopo tutto non ha mica torto quell'altra! Un po' freddi i benis della Carolina.
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Ieri è successo questo. C'erano sul lago



Foglio n. 6
due cacciatori con una spingardina che è quanto dire una delle imbarcazioni più piccole, basse, leggere che ci siano.
Due pezzi di giovanotti, uno sui trenta, un certo Schiannino, l'altro di vent'otto anni, figlio di un certo Dottor De Bernardi che morì anni sono annegato in quel lago.
Andavano a caccia d'anatre, allegri. A un tratto viene una gran folata di vento, passa sul lago, capovolge la barca. Quei due sapevano nuotare e non erano distanti dalla riva più di una cinquantina di metri, cercano di raggiungerla.
Ma il vento contrario e li ci sono delle correnti cattive. Lottano a lungo per ore. Finalmente il Schiannino afferra la sponda. Si volta, chiama l'altro che gli era dietro di tre o quattro metri, lo incita, lo scongiura di resistere. Ma l'altro gli sorride, gli dice: "Addio Schiannino, non posso proprio più. E sommerge.
Venne tratto a riva poco dopo, annegato. Ne gonfio nella persona, ne alterato in viso. Non aveva avuto che il tempo di morire nel lago come il padre suo.

(sul foglio un timbro: Contessa Ines Benaglio Castellani Fantoni)





ALBA

Si trattava d'una scommessa: due sere prima della serata in casa De Mattis, la marchesina Alba Viscardi era stata proclamata regina di bellezza.
Le mamme la guardavano in cagnesco, bisbigliando sotto il fido sipario dei ventagli che quelle spalle slave erano un po' tozze, troppo larghe per la sua statura.
Le signore giovani, maritate da poco, la squadrarono con diffidenza; le ragazze l'esaminavano attentamente e avevano voglia d'essere scortesi; ma Alba possedeva una grazia, un modo così carino di parlare! Lodava ad una l'acconciatura, all'altra il lampeggiar degli occhi, a una terza la squisita eleganza della figura; era così semplice, così gentile, che, a metà della serata, s'era conquistata tutte le simpatie del formidabile battaglione delle signorine presenti, tanto che qualcuna fra esse, aveva abbozzato con lei il capitolo delle confidenze... prova questa di fiducia alla quale la marchesina era gratissima.
Agli uomini era piaciuta subito: al suo primo apparire, tutti gli occhi si fermarono con compiacenza su quella bionda tesina: mille sguardi di spontanea ammirazione incontrarono dolci gli sguardi e in uno imperiosi della marchesina.
Alba non era alta, ma snella, flessuosa, bianca.
Il semplicissimo abbigliamento di garza bianca, col trasparente in raso color di rosa che ella indossava, era un vero capolavoro.
Certo la marchesina doveva essere artista: nulla infatti



che era per lei il suo universo! Ma non la trovò. Si rabbuiò in volto, e fu quasi mestamente che ella col presentimento d'una sventura ch'ella si mise in figura pei Lanciers.
Finita questa, un nugolo di abiti neri circondò Margherita, implorando, Polhe Walter e Ma..., il microscopico carnet di madreperla, era addirittura strappato dalle mani guantate in bigio perla, tanto tutti volevano avere presto l'onore d'iscrivere il loro nome sulle brevi sue pagine. D'un tratto il barone Bernardi disse forte, ecco il Duca.
Margherita sussultò di gioia. Per lei Bernardi serbò il cotillon!
Questi s'inchinò pronunziando un  grazie marcatissimo.
Margherita rideva adesso, scherzava, folleggiava, non guardando mai da quella parte. Qui lo sentiva venire, egli era di presso a lei. Come per un'intesa segreta, tutti se ne andarono e il vuoto, un vuoto relativo, si fece intorno a quei due.
Ella per un moto inconsulto gli stese anche le mani, egli ne strinse debolmente una sola. Margherita allibì, lo guardò, trasfondendo in quello sguardo un'immensità d'affetto. Finalmente, disse adagino. Mario Chini il capo, non voleva vedere quei suoi occhi divini. "Perché non m'avete avvisato del vostro arrivo" chiese freddamente. "Ero tanto lieta di sorprendervi" rispose Margherita, "che proprio non merito i vostri rimproveri". D'altronde Rimée sapeva. "Non pronunziate quel nome" sibilò Mario. "Scusate, non so quel che mi dico

(foglio staccato. Probabilmente continua).





Noi altre Romane siamo famose per l'esattezza! Soggiunse Alba ridendo. Se per caso mi facessi aspettare al Meeting della caccia alla volpe, ne nascerebbe uno scandalo e le discendenti di Cornelia non possono dare che dei buoni esempi. Non è vero conte?
"Si certo marchesina, ed anzi..." Ma Alba non ascoltava la risposta di quell'interrogazione diretta a Giulio, intenta com'era a discorrere, con chi aveva pronunziato quel finalmente! che senza una ragione al mondo, aveva si violentemente urtato i nervi timpanici del conte.
"Marino! sei tanto occupato, che ti scordi perfino di darmi la buona sera!" disse Giulio con un tono un po' irritato.
"E' vero! Scusami caro mio" rispose l'interpellato con voce sonora e simpaticissima, e si voltò per stendere la mano al padrone di casa. Quest'atto mise in piena luce la splendida figura di Marino Sant'Ilario.
Era tanto bello che pareva una statua greco-romana scesa dal suo piedistallo e frammischiata alla folla. La forma in lui era piena, completa, vigorosa, la linea grande e sorretta. Qualcosa d'intensamente buono gli aleggiava sul volto, i suoi grandi occhi buoni erano sempre umidi, e quel lieve vapore che attutiva forse il bagliore dello sguardo, dava alla sua nobile fisionomia un'espressione malinconica, che lo rendeva attraentissimo.
Punto nervoso, parlava bene, ma non brillantemente, non s'adirava mai, si sentiva troppo forte per farlo.



Ho un'emicrania da farmi impazzire. Addio Margherita,e le stringeva la mano come in una morsa, cioè no, a più tardi, e s'allontanò.
Rimasta sola, Margherita barcollò, sentì un dolore acutissimo traversarle il cuore, vi appoggiò la mano, una sua amica le corse incontro festevolmente.
Chiamò cogli occhi il suo cavaliere, baciò in fronte l'amica e via. Si divertiva tanto, aveva una voglia pazza di ballare. E tutti che la vedevano passare, dicevano ammirati: "Anche più bella del solito, la contessina".
Quando questa ebbe raggiunto la sorella, le chiese subito se avesse visto Rimée. Bianca le rispose affermativamente, ed anzi ecco venire ... alla lor volta: Mabel era splendida, bianca come la neve, e bella come una tentazione, vestiva in rosso cupo, e da quello sfondo vellutato ...

(foglio staccato, forse continua)




Castellani Fantoni Benaglio Ines (Pavia, 1849Azzate, 1897) è stata una scrittrice italiana, meglio nota con lo pseudonimo di Memini.
Nata a Pavia da una famiglia nobile, discendente del poeta Giovanni Fantoni, visse a Firenze e a Milano. Esordì come scrittrice nel 1880, con Estella e Nemorino. Scrisse numerosi romanzi, che attirarono l'attenzione di Neera, con la quale ebbe un rapporto di amicizia.

Tra le sue opere ricordiamo Fra quadri e statue (1882), Mia (1884), La marchesa d'Arcello (1886), Mario (1887), Un tramonto ed altri racconti e Le Perichole (1888), Anime liete (1889), Vita mondana (1891), Ultima primavera (1894), Milla d'Astianello (1895), Maria d'Ardeano e Carina d'Orno (1896).

Contessa Ines Castellani-Fantoni-Benaglio.



ANNA MARIA GRONARO SCRIVE A TOMASO CARLO BENIZZI



...
bisogno di piangere e piangerò sul serio!
Come vere non c'è gusto e chiunque tra l'intemperie...
...
Caro Masino io spero davvero che questa mia sproloquiata non le ruberà del tempo forse troppo prezioso per lei!
Non di meno ho voluto fare una chiaccherata, uso quelle che si facevano spesso quando ci si incontrava.



Del resto lo so che in fondo è buono. Lo so che sono una spuziatina, una collerina finisce con una risata e con del pentimento!
Tutti la conoscono per un buon carattere. Quando vuole...
Sta bene , caro Masino, e si abbia riguardo.
Io le ripeto i migliori voti. I saluti cordialissimi, sinceri e rispettosamente mi dico per


                              l'Anna Maria Gronaro (?)

CARLA MARIA GASTINELLI SCRIVE ALLA ZIA ELENA MARIA BENIZZI


Coviolo, sabato 10 gennaio 1948

Carissima zia Elena,
                                 lunedì pomeriggio, al nostro ritorno da Reggio, trovai la tua lettera e avrei voluto subito risponderti, ma proprio aveva tanto da studiare che mi è stato impossibile.
Giovedì alle 8,15 sono ritornata a scuola e assieme alle mie compagne ho constatato che la politica di De Gasperi ha molta influenza sull'animo degli Italiani. Infatti il "caro" Alcide dice sempre: Ricostruire! Ricostruire! e allora il mio egregio Sig. Preside ha fatto ampliare (dai muratori) il nostro spogliatoio (non ci stavamo più dentro) e poi ci ha fatto un altro gabinetto: Così dimostrerà a tutte le studentesse del R. Istituto Enrico che l'America ci aiuta molto e che, inviandoci mattoni e cemento ci permette di ricostruire...
Però vedo che a Milano fate tutto il rovescio: ogni 2 o 3 mesi crolla un palazzo!
Cosa ne pensa quel simpaticone di Greppi?
E la Madonnina come sta?
Da due giorni c'è un sole splendido e sembra di essere in Marzo e i saloni di Coviolo sono un po' più caldi.
Il maiale è morto lunedì e mercoledì Attilio ha macellato il nostro e il vostro. Povere Bestie! (Però come sono buoni!). Altre novità coviolesi: le galline fanno sempre le uova; la gatta occupa sempre la poltrona vicino al fuoco, mentre sotto la stufa c'è il gatto dell'Ernesta. La "Ditta Bertelli" sta bene. Due rose stanno per fiorire. E voi avete la nebbia? Quand'è che tornate ad Azzate? Ho già capito che lo zio Masino vuole divertirsi e non pensa che le Cottalorda sono dispiaciutissime che voi non andiate ad Azzate perché sfumano i Vostri inviti a pranzo e, in mancanza d'altro, si faranno invitare da Parenti che dovrà fare la polenta e il risotto col latte. Poveretto!
Partiti voi, io andai dalla Maria a ritirar la lana ed era arrivata per posta una carta da Roma (mi pare), che vi diceva di pagare il thè. (La Maria mi disse che ci avrebbe pensato lei).
Abbiamo passato un bell'inizio d'anno. Fummo tutti in casa di zio Vittorio. Oltre a tutti noi c'era la Camilla Sforza, l'avv. Orazio Toschi con sua moglie Pia e figlio Peppino e Carlo Saverio e Marica Balsamo. Questi ultimi tre erano vestiti in abito da sera, perché alle 2 sono andati al Casino a ballare con Carlo e Cocea, che aveva un bel vestito di velluto nero. Nelle ultime ore del 1947 abbiamo giocato a "Mercante in fiera" e io ho perso 100 lire. A mezzanotte abbiamo bevuto thè e spumante e mangiato vol - au-vent, torte varie, biscione, meringhe con panna, fatta dal bravissimo zio Vittorio. Le meringhe si sbriciolavano molto e, dopo che tutti ce n'andammo in salotto, la sala da pranzo sembrava coperta (naturalmente solo il pavimento) di fiocchi di neve! Giocammo poi a pinnacolo. All'una venne a mancare la luce e zio Vittorio e Carlo montarono su una scala e aggiustarono una valvola che si era rotta, perché avevamo tenute troppe luci accese. Mi dimenticavo di dirti che zio Vittorio ed io il 31  avevamo lavato e spolverato tutto il lampadario della sala, che quella sera luccicava che era una bellezza. Andammo a letto alle 4 e il giorno dopo avevamo tutti sonno. Nei giorni seguenti continuai a mangiar dolci. Andai al cinema a vedere Macario e "Piccole Volpi" molto bello.
Io ho ora molto da studiare, però al sabato potrò scrivere. Ditemi com'è andata la vostra serata alla Scala: pensa che qui a Reggio a Teatro c'erano (così ha detto il dott. Fanti) due palchi con contadini e contadine, quest'ultime con fazzoletto in testa! Povero mondo!
Sentiamo la vostra mancanza: Quand'è che tornate? Vi raccomando intanto di stare attenti alla pressione. Quando uscite tenete gli ombrelli sempre aperti, per via dei palazzi che crollano. Non si sai mai!
Scrivetemi. Presto verranno le viole e voi siete andati via per paura del freddo!
A te e a zio Masino tanti saluti da papà e mamma; dalla vostra Carla Maria[1] un bel bacione, che vi prega anche di salutare i vostri ospiti.





[1] La nipote Carla Gastinelli.




Reggio Emilia 31 gennaio 1948

Carissima zia Elena,
                                 finalmente riesco ad avere un po' di tempo per mandarti mie notizie e per dirti che di giorno in giorno attendo sempre una lettera dei miei cari zii "lombardi". Ma invano! E intanto studio, studio, studio fino a che il mio povero cervellino andrà in acqua! Intanto però io mi sfogo a paste e a torte.
Mercoledì avrei dovuto studiare fino a mezzanotte e più e allora ho deciso (con approvazione di tutti i Via Toschiani) di starmene a casa giovedì mattina, perché c'erano a colazione dalla zia Giulia (siamo ancora da lei da 15 giorni. Non ci vorrebbero lasciar andar via manco domani, perché dicono che a Coviolo c'è freddo e solitudine) Andrea e la sua mamma.
Mercoledì sono andata con papà al cinema e ho visto "Notte senza fine". Mi è piaciuto molto.



Giovedì mattina io, papà e zio Vittorio siamo andati in auto a Coviolo a dar da mangiare alle bestie, che sono magrissime. Ma la Lilla ha rubato il pacchetto e ha mangiato tutto lei. Povera gatta! Siamo poi andati a Montecavolo a prendere aceto e vino. Alle 12 3/4 siamo andati a tavola dove c'era alla fine il tuo arcisquisito dolce, fatto dalla mamma che ha avuto un successone. La mamma lunedì aveva fatto "una prova" per vedere se riusciva bene. Mentre lo faceva è arrivata la Cocea che ha voluto sentirlo e ha dovuto pulire la teglia, perché la mamma l'aveva in fretta nascosto perché alla zia Giulia piaceva moltissimo. A tavola ha avuto un successo e norme. La Norma l'ha sentito anche lei e martedì la mamma l'ha fatto per la zia Gianna. Come vedi le tue ricette sono molto buone e apprezzate da tutti.
Sono le ore 18 di domenica: La lettera voleva scriverla ieri, ma poi sono andata fuori con la mamma e più tardi sono andata da Livietta, dove ho conosciuto una ragazza



che forse un giorno sarà "stella" del cinema. E' molto carina e simpatica.
Ieri sera sentimmo Pierino, però non era bello come il solito. Andai a letto alle 11 ,perché AR e genitori sono andati al Casino al ballo, in abito da sera e quindi abbiamo voluto vederli.
Zia Gianna era in nero e AR in velluto nero e taffetas rosa; stava molto bene. Stamattina io e papaà andammo a salutare lo zio Vito che ha un po' di fifa perché dice che a Firenze sono un po' in ebollizione. Speriamo il bene! Dopo volevamo andare a messa: Erano le 11,15 e siamo andati in tre chiese, ma ormai le messe non  erano più valide. Allora di corsa siamo andati in S. Pietro dove c'è sempre il vecchio Don Pasi ormai 84enne. Alle 15 sono uscita al sole con Norma e Rudy. Gran caldo. Poi alle 16 sono andata con zia Giulia a mangiar paste e zuppa inglese dalla bellissima pasticceria di Via delle Becelerie, eletta Miss Stampa al veglionissimo di 8 giorni fa.



Ieri sera al Florida hanno eletto Miss Emilia la sig. Franca Bonvicini, maestra di Reggio, perché la pasticcera non si è presentata all'elezione.
Pare che sia bella, però 5 altre le hanno fatto la sfida, sicché non si sa se sarà lei o no Miss Emilia. Intanto io perdo i milioni. Devi sapere che la Norma mi diede 20 giorni fa 2 biglietti della lotteria dell'A.C.L.I. che fu estratta l'8 dicembre. Io non ho mai tempo di andare a vedere quali numeri sono usciti e così ieri sera Carlo Fornaciari mi ha detto che ci sono due biciclette estratte che nessuno è andato a ritirare. I biglietti non li trovo più! Pensa che disgrazia! Adesso però vado a mettere per aria la camera mia e spero di trovarli. Ad ogni modo mi rassegnerò al destino mio tremendo e mi consolerò mangiando paste. Però se domani andiamo a Coviolo non so come farò ad andare dalla bella pasticcera!
Spero di mandarti una viola nella prossima lettera. Domani, martedì e forse mercoledì avrò sciopero per solidarietà ai geometri che vogliono diventare ingegneri. Poveri noi! Altro che palazzi di Milano. Faranno crollare anche le fondamenta, pur essendo queste sotto terra! Scusa se scrivo male ma forse sono le troppe paste che mangio.
Salutami tutti gli Azzatesi. Dì a Parenti che non faceva sciocchezze e manda Valentina nelle suore o in Russia a far morire "Stalin" d'amore per lei.
Tanti baci a te e allo zio dalla Vostra
                                                            Carla Maria[1].

P.S. Ier l'altro ha scritto Angelo Calvi che il 29 dicembre 1947 è stato soppresso il Comitato Alloggi di Roma.





[1] La nipote Carla Gastinelli.

TESTAMENTO DELLA CONTESSA ELENA MARIA BENIZZI-CASTELLANI VEDOVA GASTINELLI


Testamento pubblico 30 Settembre 1969

Repubblica Italiana.
L'anno millenovecentosessantanove allì trenta del mese di settembre.
In Varese, alla Clinica S. Maria del Monte dell'Ospedale di Circolo ad ore 19.
Avanti di me dott. Gino Giacosa notaio alla residenza di Gavirate iscritto presso il Collegio Notarile di Milano alla presenza dei testi a me noti e idonei Signori: Bernasconi Maria nata a Azzate il 16.10.1898, ivi residente, casalinga; e Begni Angelo nato a Montichiari il 20.10.1923, residente a Varese Viale Valganna 214, portiere.
E' personalmente comparsa la Signora Benizzi Castellani Elena Maria nata a Piacenza il 12.5.1890, residente a Azzate, agiata, persona la cui identità mi è certa, la quale volendo disporre dei suoi beni per testamento pubblico mi ha dichiarato alla presenza dei testi le sue volontà nel modo in cui esse vengono qui per mia cura ridotte in iscritto.
"Annullo ogni mia disposizione in data anteriore all'anno 1969.
Il Parroco di Coviolo don Alberto sarà mio esecutore.
La Chiesa Parrocchiale di Coviolo sarà proprietaria dei beni immobili in Coviolo, ma il detto parroco ne avrà l'usufrutto vitalizio.
La Chiesa dovrà curare la mia tomba a Coviolo (della famiglia Gastinelli, dove è sepolto anche il mio povero marito) e celebrare in officiature con S. Messa ogni anno in perpetuo per l'anima di me, del povero Masino e dei miei cari Defunti.
Nomino erede il suddetto Rev. Parroco per debiti o crediti ed altro che potessi lasciare.
Lego a mia nipote Lella Redaelli la mia proprietà di Roma (mobili e immobili).
Lego alla Chiesa di Azzate il terreno denominato Prato Grasso o Rampada a Azzate coll'obbligo di prender cura della cappella al Cimitero di Azzate (la casetta presso tale terreno è estranea al legato).


Testamento pubblico 31 Ottobre 1969

Repubblica Italiana.
L'anno millenovecentosessantanove addì trentuno del mese di ottobre.
In Varese alla Clinica S. Maria del Monte ad ore 19,10.
Avanti di me dr. avv. Gino Giacosa Notaio alla residenza di Gavirate, iscritto presso il Collegio Notarile di Milano,  alla presenza dei testi a me noti e idonei signori Bernasconi Emilio geometra nato a Azzate il 25.1.1931, ivi residente; e Bon Rachele nata a Volpago il 14.8.1905, residente a Varese Via Lazio 43, infermiera, è personalmente comparsa la signora Benizzi Castellani Elena Maria nata a Piacenza il 12.5.1890, residente ad Azzate, agiata, la cui identità mi è certa; la quale volendo disporre dei suoi beni per testamento pubblico mi ha dichiarato alla presenza dei sullodati testimoni le sue volontà, nel modo in cui per mia cura vengono qui ridotte in iscritto:
"In aggiunta al mio testamento dispongo:
I mobili della casa di Azzate seguono la casa stessa. Anche il parco deve intendersi annesso alla mia casa stessa.
Qualora i legatari della mia casa d'Azzate e di Roma non  accettassero, ciò che viene abbandonato spetterà alle Venerande Chiese di Azzate e di Coviolo, a modifica di quanto precedentemente disposto voglio che la casa con giardino e orto d'Azzate vada in legato a Necchi Marisa e Lallo Caruti (compresi dunque mobili e rustici) metà ciascuno.
Dai mobili della casa e che seguono la stessa devono però intendersi eccettuati quelli che io abbia lasciato singolarmente a qualche persona con disposizione non revocata.
Firmerò con difficoltà per tremito della mano.
Richiesto io notaio ho ricevuto quest'atto scritto da me e fide mani e di esso in presenza dei testi ho dato in lettura alla parte che l'approva.
La parte ha dichiarato di non poter firmare se non con difficoltà a causa di tremito.
L'atto viene sottoscritto dalla stessa, testi e me notaio ad ore 19.50
Occupa fogli uno per pagine tre e parte della quarta.


Verbale di richiesta di Registrazione di Testamenti Pubblici.

Repubblica Italiana.
L'anno millenovecentosessantanove addì 14 novembre in Gavirate nel mio studio in Via Marsala 6 angolo Via IV Novembre.
Avanti di me dott. Gino Giacosa notaio alla residenza di Gavirate iscritto presso il Collegio Notarile di Milano senza assistenza di testi per espressa rinuncia della parte col mio consenso.
E' personalmente comparsa la Signora Ravanelli Mariagrazia nata a Cocquio il 18 settembre 1940 ivi residente, impiegata, la cui identità mi è certa, la quale per incarico avuto da parte interessata, mi richiede la registrazione dei testamenti pubblici di me notaio in data 30.9.1969 al numero 507 Repertorio Testamenti, e in data 31 ottobre 1969 al numero 509 Repertorio Testamenti, lasciati dalla defunta Benizzi o Benizzi Castellani Elena o Elena Maria nata a Piacenza il 12.5.1890, domiciliata in vita ad Azzate.
All'uopo mi produce estratto rilasciato dall' Ufficio dello Stato Civile del Comune di Azzate comprovante che la predetta è deceduta il giorno 2 del mese di novembre  1969.
Aderendo alla richiesta io notaio allego l'estratto dell'atto di morte suindicato al presente sotto la lettera A, mentre allego sotto la lettera B e C rispettivamente i sopracitati due testamenti pubblici.
La parte dichiara di attribuire all'asse imponibile il valore di lire 12.000.000 (dodicimilioni), salvo miglior accertamento.
Richiesto io notaio ho ricevuto questo atto scritto da me e fide mani, e di esso ho dato io lettura alla parte, che l'approva, esonerandomi dalla lettura degli allegati.
Occupa il presente atto un foglio per pagine tre e parte della quarta.

F.to Mariagrazia Ravanelli.
F.to Gino Giacosa notaio.


Rinuncia pura e semplice a legato.

Repubblica Italiana.
L'anno millenovecentosettanta addì diciotto del mese di febbraio.
Avanti di me dott. Gino Giacosa notaio alla residenza di Gavirate, iscritto presso il Collegio Notarile di Milano, alla presenza dei testi a me noti e idonei signori:
Galasso Nicola, geometra, nato a Milano il 6.10.1933, residente ivi Via Lanino 6;
e Ravanelli Mariagrazia nata a Cocquio il 18.9.1940, ivi domiciliata, impiegata.
E'  personalmente comparso il signor Carutti dr. ing. Carlo Alberto nato a Milano il 30.5.1923, residente a Milano Via Cremona 29, libero professionista, persona la cui identità mi è certa. Il quale dichiara di voler rinunciare, come rinuncia, puramente e semplicemente al legato a suo favore disposto dalla defunta Benizzi Castellani Elena Maria nata a Piacenza il 12.5.1890, morta ad Azzate il giorno 2 novembre 1969; con testamenti pubblici ricevuti da me notaio in data 30.9.1969 n. 507 R.T. e in data 31.10.1969 n. 509 R.T., entrambi attivati con mio verbale in data 14.11.1969 al numero 42560 di Repertorio.
Dichiara di non avere fino ad oggi compiuto alcun atto di ingerenza od impossessamento dei beni formanti oggetto del legato suddetto, e fa ampio riferimento alle disposizioni testamentarie sopracitate per quanto ha tratto alla individuazione del lascito.
Il presente atto sarà sottoposto alle formalità stabilite dalla Legge.
Del che ho fatto constare col presente atto iscritto da me e di esso presenti i testi ho dato io lettura alla parte che l'approva e meco coi testimoni lo sottoscrive.
Occupa il presente atto un foglio per pagine tre e parte della quarta.
F.to Carlo Alberto Carutti.
F.to teste Nicola Galasso.
F.to Mariagrazia Ravanelli.
F.to dott. Gino Giacosa notaio.


Testamento del 30.9.1969

Don Alberto parroco di Coviolo (RE) esecutore testamentario.
Chiesa Parrocchiale di Coviolo (RE) erede dei beni immobili di Coviolo; usufruttuario Don Alberto parroco di Coviolo, con obbligo di curare la tomba della Famiglia Gastinelli e celebrare una ufficiatura con messa ogni anni in perpetuo.
Alla nipote Lella Redaelli lega la proprietà di Roma (mobili e immobili).
Alla Parrocchia di Azzate lega il "Prato grasso" con obbligo di curare la Cappella di famiglia al Cimitero di Azzate (la casetta presso tale terreno è estranea al legato).


Testamento del 31.10.1969
I mobili e il parco della casa di Azzate seguono la casa stessa.
Qualora i legatari della casa di Azzate e di Roma non accettassero, a modifica di quanto precedentemente disposto, lega la casa con giardino e orto di Azzate a Marisa Necchi e Lallo Carutti (Compresi mobili e rustici) metà per ciascuno.


Rinuncia a legato del 18.2.1970
Il dott. ing. Carlo Alberto Carutti, nato a Milano il 30.5.1923, residente a Milano Via Cremona 29, rinuncia al legato disposto in suo favore.

(Fra i testimoni il geom. Nicola Galasso).

CESARE QUAGLIAROLI SCRIVE AD ELENA MARIA BENIZZI




Alla Signora Contessa Benizzi Elena, Azzate (Varese)



Mittente: Cesare Quagliaroli, Casa Bianca, Gualtieri Santa Vittoria.



Casa Bianca, 12 luglio 1948

Egregia Signora Padrona Contessa,
                                                         rispondo alla sua lettera quale sono contento sentire che si trova in buona salute e così le possiamo assicurare anche di noi tutti.



Sento che ci farebbe bisogno un po' di denaro: io ho fatto tutto quello che ho potuto per spedirli quella somma che già avevo preso e le ho spedito il giorno 8 lire 700.000



Ho piacere che mi faccia saper quanto ha ricevuto.
Mi chiede se ho preso bestiame. Ho preso 3 mucche e 2 buoi e si spera di poterne prendere degli altri andando avanti.



Riguardo la campagna non c'è male. Il raccolto del ... si presenta bene. Abbiamo avuto un po' di grandine ed è rimasta rovinata un po' l'uva.               
Non mi resta altro che di salutarla da parte mia e della mia famiglia

                                                                                                                Cesare Quagliaroli

EMILIO FORNACIARI SCRIVE AD ELENA MARIA BENIZZI




Alla Contessa Benizzi Elena ved. Gastinelli - Azzate (Varese)



Coviolo, 7 luglio 1949

Egregia Signora,
                           nei giorni scorsi ricevuto sua lettera. Tutto compreso. In quanto ai denari ho consegnato lire 10.000 al Signor Ing. Gino: Ha pensato lui a spedirli, dato che io il tempo è poco dato i lavori che abbiamo. Oggi ho spedito anche il burro Kg. 3 come pure il formaggio Kg. 3,2 mi farò poi sapere dove spende meno oppure più puntuale, perché il vino l'ho portato al corriere Lusagni come mi disse lei, invece il burro al solito basti: Le dico ho fatto questo



essendo ... volevo la bolla del dazio tanto del burro come formaggio invece Costi l'ha ricevuto così, fa da meno pagare.
La campagna va bene: abbiamo già terminato la mietitura, sembra sia un raccolto soddisfacente: La settima ventura trebbiamo.
La nostra influenza pare vada lentamente migliorando, intanto qualcuno ci va dentro.
E il Signor Conte come sta? Spero bene anche lui.
Abbia infiniti saluti lei Signor Conte ed un augurio.

                                                                                    Emilio Fornaciari


Profumo orchidea bianca Garmella, Imperia pubblicizzata sull'annullo postale.

BOLLETTA DI UN AUTOTRASPORTATORE





Ditta Costi Aldo di Fratelli Costi & Campagnoli
Corriere Autotrasporti Spedizioni
Reggio Emilia Piazza S. Lorenzo 1, Milano Via P. Custodi 3

Bolletta di ricevuta n. 05148
Provenienza: Reggio Emilia
Mittente: conte Benizzi Castellani
Destinatario: a se stessi, Via Boccaccio 47, Milano.

pacco di Kg. 18

Data di consegna. 2 febbraio 1948

Il ricevente. F.to Benizzi Castellani


LETTERA DI GINO AD ELENA MARIA BENIZZI


Reggio Emilia, 13 gennaio 1948

Carissima Elena,
                           accludo la presente alla lettera di Carla che ho avuto l'incarico di impostare, per comunicarti le ultime notizie.
1) Da Maria  mi è stata recapitata l'offerta per l'acquisto dei pioppi della Cà Bianca. L'ammontare complessivo che la Ditta di Poviglio sarebbe disposta a pagare sarebbe di lire 62.000
In conformità alle tue istruzioni, non ho neppure risposto all'offerta e condivido il tuo parere di attendere la primavera prossima per trattare a migliori condizioni l'affare.
2) Il Quagliaroli non l'ho più visto. Ho saputo da Carla che egli è venuto da te poche ore prima della tua partenza da Reggio ed immagino quindi che avrà potuto fornirti le dovute assicurazioni in merito alla registrazione del contratto ed al resto.
Questa mattina ho visto l'ing. Ferrari ed avendo da lui saputo come il Quagliaroli non si sia fatto ancora vivo con lui, l'ho incaricato di inviargli un perentorio invito di presentarsi nel suo studio per firmare lo stato di consegna del podere e una perentoria dichiarazione del debito di 200.000 lire nei tuoi confronti.
3) Mercoledì è stato lavorato la metà del maiale a te destinata. Tutto regolare. Emilio effettuerà in settimana la spedizione di quanto da te disposto.
4) Ieri abbiamo acquistato 4 maialini del peso complessivo di 160 Kg. per il prezzo complessivo di L. 85.000 La metà circa di quello speso lo scorso anno, con la differenza che data l'età dei soggetti, la stagione, ed il resto  si deve prevedere di allevare maiali che raggiungeranno il peso, al momento della mattazione, di almeno 2 quintali, in luogo dei 130 Kg. ottenuti in media quest'anno.
Addio, cara Elena. Scusa la fretta, ma scrivo da Reggio, indirizzando a Milano, ove non so se vi troverete ancora.
Tante care cose a Maso anche a nome di Elisa e tanti saluti ai Caruti, se sarai in grado di comunicarli loro.
Da me un affettuoso bacione

                                               Gino

Reggio, 30 gennaio 1948

Carissima Elena,
                           soltanto ora, nella pace e nell'ozio di Reggio, trovo il tempo di ringraziarti della tua carissima lettera ricevuta a Coviolo. Anche noi ricordiamo sempre le belle giornate passate insieme a Coviolo e vorremmo anche nel futuro che ciò si rinnovasse spesso.
Da quindici giorni ci troviamo a Reggio ma questi giorni sono piacevolmente volati e postdomani, lunedì ritorneremo a casa. Per fortuna la stagione è meravigliosa e speriamo che questo ultimo mese invernale passi senza troppi sacrifici.
Con i nostri cari parliamo spesso di Voi ... Anche per merito del tuo dolce squisito che ho fatto già tre volte!
Appena sistemata a Coviolo ti manderò l'inventario del buffet così potrai mandarlo a Giulia.
Gino in questo momento ha ricevuto la tua lettera indirizzata a Coviolo e darà domani la risposta relativa alla vostra casa. Avendo parlato oggi con l'Ing. Ferrari, lo ha sollecitato per la chiusura dei conti con l'ex affittuario Becchi, che, contrariamente a quanto da te ritenuto, risulterebbe ancora tuo debitore, dato che il prezzo del latte per la determinazione dei canoni di affitto è stato fissato in lire 4.500 al quintale.
Quagliaroli ha comunicato che le legna da ardere è rimasta invenduta non essendosi più presentato alcun acquirente, data la stagione primaverile.
Scusa il mio lungo silenzio e ricordami spesso come ti ricordo io con tanto sincero affetto.
Tutti vi salutiamo affettuosamente. Un caro saluto a Maso e a te da Gino.
Ti abbraccio affettuosamente
                                                 Elisa

Dal giorno della tua partenza ti ho sempre ricordata con affetto e simpatia. Il vasetto con ancora due limoni sta nell'angolo a testimoniarmi la tua cortesia.
Carla è tenera e buona, vorrei che i suoi 16 anni fossero più ... brillantini! Ma pazientiamo ... verrà Azzate, i fiori, il lago e la vostra premura. Cara Elena ti abbraccio
                                                                                            Carolina

Cose cordiali a Martino.